3 ore fa:Giornata della Ristorazione in programma per il prossimo 18 maggio
4 ore fa:Corigliano-Rossano, Centenario della nascita di Francesco Antonio Costabile
5 ore fa:Co-Ro, culto e tradizione nei festeggiamenti per San Francesco di Paola
4 ore fa:Ugl Calabria: «Sanità calabrese al Capolinea»
1 ora fa:Mormanno, finanziata la Compostiera di Comunità
5 ore fa:Attenzione costante di Cisl Calabria per la saluta e la sicurezza sui luoghi di lavoro
38 minuti fa:Lectio Magistralis di Mario Vicino a Castrovillari
2 ore fa:Baia di Borea, nel piccolo borgo di Calopezzati soffia il vento del cambiamento
18 minuti fa:La Calabria del nord-est non è ancora pronta per la nuova frontiera delle Auto EV
5 ore fa:A Luigi Nola il premio "Angelo Betti - Benemeriti della viticoltura 2024"

TRAGEDIA RAGANELLO: "Due giorni di gioia e tristezza"per gli angeli di Civita. Il racconto del soccorso alpino e speleologico Calabria

3 minuti di lettura
                              TRAGEDIA RAGANELLO, CIVITA. Il Soccorso alpino e speleologico Calabria racconta 22 ore ininterrotte di interventi. La tragica scoperta della morte dell’amico De Rasis, la bambina viva aggrappata a un corpo esanime, la notte di ricerche e l’alba di speranza.È il film della tragedia. Raccontato, come consentono le procedure, quando la macchina dei soccorsi si è fermata. Riassume speranza e dolore, fatica, fa rivivere scene drammatiche. Affidata alle parole di Luca Franzese, capo del Soccorso alpino e speleologico Calabria, rievoca l’intervento «in uno scenario apocalittico». Quello in cui le squadre hanno lavorato per 22 ore «in modo ininterrotto» con colleghi «provenienti da tutta la Calabria e dopo qualche ora anche dalle regioni limitrofe, Basilicata, Puglia, Campania, Umbria, per un totale di 50 uomini il primo giorno e 65 il secondo».
I PRIMI INTERVENTI
«Giunti sul posto – scrive Franzese –, a pochi minuti dall’evento, una squadra è intervenuta all’altezza del ponte del Diavolo dove è riuscita a liberare dal fango un bambino in vita, e successivamente ad evacuare numerosi superstiti, con la collaborazione di personale del Soccorso alpino Guardia di Finanza e Vigili del fuoco, carabinieri e carabinieri forestali, anche con l’aiuto di tecniche alpinistiche». A un’altra squadra, a tre chilometri più a valle, all’altezza del Ponte sul Raganello sulla provinciale individuata, si è schiusa davanti agli occhi una scena difficile da dimenticare. C’era «una bambina viva aggrappata a un corpo esanime». I soccorritori, «dopo averle liberato le vie respiratorie, sono riusciti a indicare all’elicottero del 118, giunto in area, la posizione per il recupero in elisoccorso e la medicalizzazione della piccola paziente». Nella stessa porzione del torrente ancora morte, altri 3 corpi senza vita, trascinati dalla furia del flash flood che si è riversato nelle strette gole del torrente. C’erano anche alcuni superstiti, stabilizzati da due medici del Soccorso alpino «uno dei quali è stato poi fatto prelevare con il verricello con elicottero dei vigili del fuoco». Su richiesta di una delle squadre è giunto sul posto anche un elicottero 412 dell’esercito da Lamezia che ha, insieme a un tecnico del Soccorso Alpino, fatto una immediata ricognizione aerea a valle del ponte della provinciale, però con esito negativo.
UNA NOTTE DI RICERCHE
«Per tutta la notte – continua Franzese – il nostro personale ha ispezionato le rive del torrente sia a valle del Ponte del diavolo sia a valle del ponte sulla provinciale. In una di queste ricerche, a 700 metri circa dal Ponte del Diavolo, intorno alle 23, una nostra squadra ha rinvenuto il corpo senza vita della guida Antonio De Rasis». Sono parole che pesano come un macigno. Franzese e De Rasis erano amici, condividevano la passione per la montagna, le esperienze di soccorso come quella di Rigopiano, in Abruzzo. È stata una notte tragica, quella tra lunedì e martedi. «Intorno alla mezzanotte una nostra squadra di forristi, atteso un abbassamento del livello di piena, è riuscita ad entrare nel primo tratto del Canyon risalendolo sino alla seconda pozza per verificare la presenza di superstiti ma con esisto negativo. La corrente ancora forte, la scarsissima visibilità dovuta anche alla torbidità dell’acqua ha impedito alla squadra di proseguire».
ALL’ALBA
Alle prime luci dell’alba, alle 5:30, due squadre da soccorso riescono a entrare nuovamente nel canyon e a ispezionare il tratto delle gole che dal Ponte del Diavolo giunge sino alla Valle degli oleandri. Nel frattempo 4 squadre molto numerose del Soccorso Alpino ispezionano nuovamente entrambe le rive del torrente per verificare la presenza di superstiti, giungendo addirittura sino al mare.
«DUE GIORNI DI GIOIA E DI TRISTEZZA»
Ed è ancora il Soccorso alpino a imbarcarsi su un elicottero B3 della Regione Calabria per effettuare numerose ricognizioni a bassa quota alla ricerca di eventuali dispersi. Una ricerca finalizzata a ritrovare i tre ragazzi pugliesi che, si scoprirà qualche ora più tardi, non erano nell’area delle gole ma in un’altra zona del Pollino. Li cercano, comunque altre 3 squadre di forristi nel tratto superiore delle Gole del Raganello giungendo sino a San Lorenzo Bellizzi, di fatto bonificando tutti gli otto chilometri di canyon del Raganello (la parte bassa). «Ventidue ore di lavoro incessanti – scrive Franzese –, di salvataggi, di ritrovamenti di corpi esanimi, di riunioni di coordinamento in loco con il Prefetto, il capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, il comandate provinciale dei vigili del fuoco, i massimi vertici provinciale dell’Arma, con il sindaco di Civita, e tutte le altre autorità, senza alcuna pausa. Per il Soccorso Alpino e Speleologico Calabria si chiudono due giorni di gioia per aver salvato tante vite, ma di tristezza infinita per le numerosi vittime, di lutto per la perdita di Antonio De Rasis, soccorritore della Stazione Pollino». L’ultimo pensiero non può che essere per lui.(fonteCorrieredellacalabria.it)
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.