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Rossano: edilizia ferma, c'è chi vi specula

2 minuti di lettura
di MATTEO LAURIA La politica del “cemento”, piaccia o non piaccia, produce economia, promuove indotto, dà lavoro a ingegneri, architetti, avvocati, geometri, carpentieri, operai, muratori, elettricisti, ecc…ecc… C’è un mondo che opera, agisce e vive anche grazie al famoso “mattone” verso cui i pregiudizi, talvolta legittimi, sono dietro l’angolo. Un po’ come l’Enel, il cemento ha mosso denaro, consentito a imprenditori di guadagnare, a famiglie di farsi una casa, a lavoratori di lavorare. Altra cosa è chi vi specula o chi lucra e agisce fuori da quei canoni che richiedono qualità e professionalità. L’edificazione selvaggia degli scorsi decenni ha determinato un danno irreversibile alla città facilitata dalla mancanza di regole; un po’ meglio durante il periodo in cui si faceva ricorso al programma di fabbricazione. Si cambia con l’approvazione del piano regolatore generale, ma anche qui i limiti non mancano. Continuare a perseverare con insediamenti residenziali nel cuore di lido Sant’Angelo è deleterio, perché ciò rappresenta un duro colpo al turismo. Allo scalo ci sono aree compromesse, non più recuperabili, se non attraverso un maxi intervento di recupero e di riqualificazione (a pag. i riferimenti specifici con approfondimento) mai pensato in verità e verso cui sarebbe il caso di aprirvi un minimo di discussione politica su come attuarlo e attraverso quali fondi. Oggi l’edilizia soffre, è ferma. La crisi si avverte come non mai. Ci sono imprese che hanno ridotto drasticamente il personale: da 60 unità a 12. Gli appartamenti non si vendono. In questo contesto una boccata d’ossigeno giunge dall’edilizia sociale di cui a Rossano hanno beneficiato quattro imprese. Un’occasione per muovere liquidità e dare accesso a giovani coppie a benefici oggi indispensabili se si vuol mettere su famiglia. Nell’area urbana Corigliano- Rossano, a parte i Pisu, l’economia è congelata. E tutto questo in un contesto nel quale è viva l’irresponsabilità di chi governa ai vari livelli: chiusi o ridimensionati ospedali, soppresso un tribunale, declassati uffici, depotenziate le reti infrastrutturali. Insomma una politica che incentiva alle diseconomie e le banche che continuano nel loro atteggiamento di ostruzionismo, determinato da un’eccessiva prudenza, venendo di fatto meno alla capacità di rischio che un’impresa sul mercato dovrebbe avere. Per quanto ci riguarda le banche fanno impresa, e sono da ritenere soggetti integranti della categoria imprenditoriale. Oggi a Rossano come in altri centri, la situazione è drammatica, riuscire a vendere un lotto rappresenta un vero miracolo. In prospettiva si potrebbe ipotizzare: stop al cemento, ok alla riqualificazione dell’esistente. E’ una formula vincente che spetta alla politica valutare, ma dare addosso all’edilizia solo per il gusto di macinare visibilità elettorale o solo perché fa presa sull’opinione pubblica è anche questo da irresponsabili. Sono i moralisti dell’ultima ora che quando li chiami alle proprie responsabilità rispondono: “E’ solo una denuncia politica”. Ma spesso molte di queste “denunce politiche” si rivelano infondate. Capitolo a parte meritano gli speculatori. A Corigliano è in atto un scontro politico sulla burocrazia. E’ partita una lettera rivolta al Prefetto di Cosenza dove si chiede di intervenire in quanto taluni burocrati sarebbero adusi adottare “metodi mafiosi”. La denuncia porta la firma del capogruppo dell’Udc Cataldo Russo che ha posto la questione in sede di consiglio comunale senza sortire grandi effetti. La questione “burocrazia” in tutto il territorio merita un’attenzione particolare. Talvolta si punta l’indice solo sulla politica, il che è giusto e legittimo, ma in altri casi la politica c’entra ben poco, se non nella parte in cui avalla certi processi. L’ingordigia, purtroppo, appartiene all’individuo. E allora ecco che si consumano favoritismi da tutte le angolazioni senza avere un minimo di rispetto nei confronti dell’impassibile opinione pubblica. In alcuni cantieri non a caso la cartellonistica (indica il progetto, importo, direzione lavori, ecc…ecc…) non è esposta, proprio al fine di evitare quel minimo di imbarazzo che in piccole comunità può affiorare. Ma la sete di denaro fa superare anche questo.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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