Rossano: ecco "L'orto sbagliato", l'esperimento con i bambini della scuola primaria Monachelle
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di MARTINA FORCINITI [gallery link="file" columns="4" ids="12338,12346,12347,12348,12349,12350,12351,12352"] Acqua, terra e tutta l'emozione di cogliere i frutti di un lavoro in cui è bello sporcarsi le mani. La realizzazione e la cura di un "orto sbagliato", che poi più giusto non si può diciamo noi, pensate per stimolare i più piccoli a scrollarsi di dosso la pigrizia dei tecnologici anni 2000. Per incoraggiarli ad esplorare. Ad osservare davvero. Da qui e dall'importanza del bene comune e dei buoni esempi, passa l'efficacia di un progetto che ha coinvolto gli alunni delle classi III A e C della scuola primaria Monachelle - 2° Istituto Comprensivo di Rossano - e le loro figure di riferimento. Partito a fine febbraio (verrà ufficializzato domenica 7 giugno), realizzato su un terreno degradato adiacente alla scuola, concesso in comodato d'uso gratuito dal Comune di Rossano dopo essere stato bonificato e messo in sicurezza, ha risvegliato l'entusiasmo più buono e l'immaginazione più bella di tanti bambini alle prese con la scoperta e la riscoperta di un ambiente tutto da ammirare e manipolare. E così stringendo pugni di terra, piantando semi e stupendosi di quella natura che ci aiuta senza mai chiedere il conto, già nel mese di maggio si è avuto il primo raccolto: la prima melanzana e poi le zucchine, le cipolle tra i sorrisi dei bambini e la sensibilità di chi ci ha creduto sul serio. Come la direttrice Celestina D'alessandro, le maestre Isa Cantore e Anna Oppido, i genitori e insieme titolari di aziende del territorio come Roberto Graziani di Eco-natura e Marina Smurra di Biosmurra, sensibili alle tematiche affrontate dal progetto, condividendone sin dagli esordi la filosofia e gli obiettivi. Insomma, voluto fortemente, promosso. Sponsorizzato alla luce dell'amore per i propri figli e della volontà di far qualcosa per il proprio territorio. Tempestato dai contributi positivi dei collaboratori scolastici e di chi, come l'agronomo Giovanni Caruso, ha speso tutto il suo patrimonio di idee condite di passione, intelligenza poliedrica e competenze, per regalare ai suoi bimbi un confronto che nutre i pensieri. E solletica la fantasia. L'orto è il primo tassello di un laboratorio/esperienza destinato a continuare ed a crescere, arricchendosi dell'energia, della creatività e dell'entusiasmo di tutti. Perché, poi, le finalità del progetto non potevano essere più affini di così alle belle ambizioni ed aspettative dell'Expo: cibi sani, corretta alimentazione, rispetto della Terra, consumo coscienzioso delle risorse, riduzione degli sprechi. In una manciata di parole, nutrire e far sorridere il nostro pianeta.
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