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Quella Tac diretta in Lombardia e che “il gioco di squadra” ha fatto rimanere in Calabria

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Lo scanner che sarà installato al “Giannettasio” era stato precettato da Bertolaso per l’ospedale Covid della Fiera di Milano

Sono iniziati stamani, di buon’ora, al secondo piano del presidio ospedaliero “Giannettasio” i lavori per l’installazione del nuovo scanner per la tomografia assiale computerizzata (TAC) che servirà esclusivamente a refertare i pazienti affetti da Coronavirus. Lo avevamo anticipato ieri dalle colonne dell’Eco dello Jonio (leggi anche Al “Giannettasio” arriva la TAC per refertare i pazienti Covid) ed il nuovo percorso Covid nello spoke di Corigliano-Rossano dovrebbe aprire i battenti già entro la fine della prossima settimana. La nuova Tac-Covid probabilmente spianerà la strada anche per l’attivazione di un centro Covid nel presidio ospedaliero di Rossano. Una buona notizia, quantomeno sotto il profilo del potenziamento dei servizi, che sappiamo è stato voluto grazie al risolutivo intervento della Regione ma anche per le sollecitazioni del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. Ecco perché. La storia ha le trame di un thriller. Infatti, la nuova Tac che settimana prossima dovrebbe iniziare ad essere operativa al “Giannettasio”, in questo momento si sarebbe dovuta trovare installata e già funzionante nel grande ospedale Covid allestito nella Fiera di Milano. E questo perché il commissario straordinario per la realizzazione del grande nosocomio lombardo, Guido Bertolaso (che, piaccia o non piaccia, ha dimostrato di saper gestire un’emergenza importante da un letto d’ospedale), dovendo precettare tutti gli strumenti medicali e i dispositivi medici disponibili sul territorio nazionale, proprio per allestire la struttura milanese, aveva individuato anche le due Tac, fino a quel momento rimaste inutilizzate, destinate alla Calabria e di cui si erano perse le tracce. Da qui si sarebbe attivato un giro di vite per evitare la beffa. In realtà, la richiesta per l’ottenimento delle Tac giaceva da tempo nei cassetti della protezione civile regionale ed il rischio era di perdere la macchina a causa delle pressanti richieste del nord. E qui sarebbe entrato in gioco Stasi che avrebbe allertato la governatrice Santelli della presenza di due richieste per scanner tomografici ancora inevase stanzianti alla ProCiv di Catanzaro. A quel punto si sarebbe attivato un tavolo tecnico che nel giro di poche ore avrebbe approvato l’acquisizione delle due strumentazioni: una destinata, appunto, allo spoke di Corigliano-Rossano, l’altra all’ospedale di Vibo. Ora al “Giannettasio” si attende l’attivazione del nuovo percorso Covid, con la speranza che possa servire il meno possibile. mar.lef.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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