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Porti e paradossi: Goia Tauro decolla, Corigliano-Rossano affossa

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Si chiama Zhi Xian Zhi Xing ed è una delle barge carrier (portachiatte) più grandi al mondo. È partita lo scorso 31 agosto dal porto di Dalian Quanshui nel sud est della Cina e dopo un viaggio di quasi 20mila kilometri e tre mesi per mare, circumnavigando l’Africa, è arrivata davanti al porto di Gioia Tauro. Qual è la notizia? Che porta su di sé le tre nuove imponenti gru, alte più di 87 metri, che serviranno per la movimentazione e che dovranno essere collocate sulla banchina del terminal container. Insomma, il porto di Gioia Tauro, grazie anche agli investimenti del nuovo terminalista, aumenterà il suo potere contrattuale per confermare la sua leadership nel Mediterraneo. E questo con tutto vantaggio per il Meridione d’Italia e per la Calabria. Ma anche questo evento, sicuramente positivo per la nostra terra, nasconde i paradossi di una regione che – diciamocela tutta – è capace davvero di tutto. Come, appunto, avere un porto tra i più attrezzati e funzionali d’Europa (Gioia Tauro) e a pochi chilometri, sull’altro versante, averne un altro completamente inutile e abbandonato. E stiamo parlando della stessa circoscrizione, della stessa autorità portuale. Parliamo del porto di Corigliano-Rossano: una grande darsena, che aveva un tempo la più grande marineria peschereccia del Mediterraneo; milioni di metri cubi di cemento armato lungo la costa ionica, per fare cosa? Un bel nulla. Al momento quel porto non serve a niente e se non fosse per quei pescatori stoici, che ancora lavorano e producono, nonostante non abbiano alcun tipo di servizio, sarebbe una megastruttura abbandonata al suo destino. Non è il solito lamento sul fatto del bimbo che ha la caramella e dell’altro che invece non ce l’ha. Non è la solita lagnanza. Anche perché il primo lamento lo dovremmo fare contro noi stessi che da 40 anni a questa parte non abbiamo più saputo eleggere rappresentanti istituzionali forti ed autorevoli che sapessero rivendicare i diritti di questo territorio. E, infatti, mentre a Gioia Tauro – ribadiamo, giustamente – si continuano a fare grandi investimenti strutturali, a Corigliano-Rossano i pescatori e quei pochi interessati continuano a battersi con le unghie e con i denti per rimettere in funzione la stazione di alaggio e varo: una stupidaggine se messa a confronto con quello che è il mondo della portualità. Eppure un servizio del genere consentirebbe ai nostri marinai di non farsi centinaia di miglia nautiche per raggiungere altri porti dove fare manutenzione ai loro natanti. Ma se chiedere l’alaggio e varo è troppo (lo capiamo perché da noi si ragiona ancora in addizione e non per moltiplicazione come nel resto del mondo), quantomeno i servizi di base nel nostro porto (che non è un porticciolo ma per dimensioni e pescaggio è tra i più grandi del Mediterraneo) potrebbero essere garantiti. E quando parliamo di servizi di base ci riferiamo, persino, all’approvvigionamento dell’acqua potabile, agli scarichi e ai centri di raccolta rifiuti. Per non parlare di quei famosi 12 e più milioni di euro (fermi, almeno da quanto nel sappiamo, all’Autorità portuale di Gioia Tauro) per la realizzazione della banchina turistica che potrebbe consentire l’attracco alle navi da crociera e l’hospitality per i crocieristi. Insomma, mentre in altre parti del Mondo e della Calabria si danno da fare per progredire, a noi continuano a farci guardare le ciavole!
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.