Il museo che verrà, le navi di Costa Crociere che arriveranno lasciano ben sperare per una stagione turistica ormai alle porte. Eppure. Già, esiste sempre un “ma”, quella parolina che può indicare una miriade di elementi negativi. Allora, cerchiamo di essere chiari: siamo o no preparati a ricevere flussi turistici ed a fare in modo che gli stessi abbiano continuità nel tempo? Analizzando gli ingredienti necessari, esce fuori un mix esplosivo, fatto di degrado ambientale, assenza di manutenzione stradale, incuria generale di borghi e contrade, tipologie costruttive fai-da-te, con case incompiute, spesso abusive, a volte inguardabili. Anche i servizi del settore turistico, fatta eccezione per albergatori e ristoratori seri, quando sono il frutto di spontaneismo alla ricerca di un guadagno facile, provocano più danni di un ciclone. Cibi alla meno peggio, servizi scadenti, conti salati. Così, TripAdvisor riporterà giudizi di gente che scappa a gambe levate. Così, da queste parti, non tornerà più nessuno. Allora, entrino in sinergia gli enti turistici, la regione, i comuni, le associazioni di categoria e gli operatori turistici. Si siedano attorno a un tavolo, discutano, litighino ma, alla fine, giungano ad una sintesi. Perché di involtini alla valdostana, non abbiamo bisogno. Di vol-au-vent al prosciutto non avvertiamo nostalgia. Delle nostre buone melanzane, come dei maccheroni al ferretto, abbiamo più che mai bisogno, come elementi di marketing territoriale. A condizione, però, che non vengano venduti a peso d’oro.
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