Lorenzin: sanità calabrese nella morsa tra politica e management

di SERAFINO CARUSO La visita del Ministro della salute Beatrice Lorenzin a Rossano ha fornito le risposte che, in parte, cercavamo. Tra una tiratina d'orecchie alla politica e un'altra al management sanitario, il Ministro ha avuto l'occasione per fare il punto sull'attuale stato d'empasse della sanità nella nostra Regione. "Dopo il Patto della Salute (un riassetto complessivo dell'offerta sanitaria italiana studiato e messo a punto dalla stessa Lorenzin) - ha detto il Ministro - abbiamo potuto notare che il problema principale della sanità è il rapporto deviato tra politica e management". Non ha usato tanti giri di parole, l'esponente di punta del Governo Gentiloni. Ha puntato dritto al nocciolo del problema. Tra manager e politici non ci si confronta. E' questo il grosso problema della sanità calabrese. Una tendenza che va invertita. Il Ministro è ben consapevole del divario, nettissimo, tra la sanità delle Regioni del Nord e quelle del Centro-Sud. Conosce molto bene lo stato della sanità calabrese. "Ho un dossier pronto", ha detto in conclusione del suo intervento presso l'hotel Roscianum. Un dossier scottante. Che aspetta di essere portato a conoscenza di chi di dovere.

DATI LEA NON CARICATI E SCELTE INCOMPRENSIBILI: COSA FANNO I NOSTRI MANAGER?

Sblocco delle assunzioni, concorsi e nuove strutture: tutto questo può non essere addirittura sufficiente, se non si cambia il modo di pensare ad una sanità efficace ed efficiente. Se i manager non funzionano, cosa si fa? "Si cambiano", ha ribadito il Sottosegretario allo sviluppo economico, Sen. Tonino Gentile rivolgendosi al Ministro. Realismo e concretezza. Stesso dicasi per il triste teatrino della scelta dei primari di reparto.

LA POLITICA NON NE ESCE INDENNE: BASTA AGLI SCARICABARILE

Se i manager hanno le loro responsabilità, di certo la politica non poteva uscirne indenne. E' mai possibile che, e parliamo ad esempio dello spoke Corigliano-Rossano, non si fa un concorso per scegliere il primario di chirurgia solo perché qualche politico di turno e qualche manager vogliono tutelare il proprio orticello? Con il rischio di farsi sfuggire un chirurgo di alto livello? Possiamo ancora sottostare a questi giochini? Il tutto a danno della salute dei cittadini e del merito di chi avrebbe diritto, invece, a diventare primario del reparto di chirurgia senza intrallazzi vari. Il Ministro Lorenzin queste cose non le sa, ovviamente. La sanità che non funziona nei nostri ospedali è piena di questi esempi. E allora basta con gli scaricabarile: bisogna smettere i panni dei portatori d'interessi personali e pensare, invece, all'interesse della collettività. Se si continua così, tra non molti anni in questo territorio resterà sempre meno gente. Meno residenti, meno servizi, maggiore migrazione sanitaria. E un debito che non ripianeremo mai. Allora, e hanno fatto bene sia il Ministro Lorenzin che il Sottosegretario Gentile a rimarcarlo, è giunto il momento di pensare a una sanità vera. Fatta di servizi, di cure effettive, di risultati raggiunti. E non dei vari pronto soccorso al collasso, reparti senza personale, sprechi e migrazione sanitaria. Siamo a un bivio: o ci si salva o si scivola giù nel baratro.