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«O copri gli assegni o mangi. Il rischio è di non riaprire». Il grido dei commercianti di Corigliano Rossano

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La crisi sanitaria ed economica legata al Coronavirus colpisce duramente le attività commerciali. «Il bonus di 600 euro non copre nemmeno una mensilità d'affitto» di MARTINA FORCINITI Uno schiaffo sulle nuche scoperte, impreparate, nude. Quello che il Coronavirus ha rifilato agli italiani è stato un colpo inaspettato ma ben assestato. Di una violenza subdola, sottile, che ha preso piede gradualmente palesando una crisi umanitaria senza precedenti; e ridisegnando la mappa dei confini della sua stessa forza nella misura in cui ha agitato non solo lo spauracchio sanitario ma anche quello del dissesto finanziario. Fra le vittime metaforiche del Covid-19 c'è un numero spropositato di commercianti, piccoli e grandi. Le serrande abbassate in ogni dove, in tutta Italia, non erano mai state così tante da tempi immemori. Un arido deserto che riflette una disperazione sociale senza precedenti. Un impatto visivo mortificante all'insegna di un'infelice regressione targata Covid-19. «Il periodo è duro, durissimo di quelli che ti fanno riconsiderare ogni priorità - ci racconta un commerciante nel settore abbigliamento di Corigliano Rossano -. Le attività si ritrovano di fronte a una scelta: coprire gli assegni per pagare la grande quantità di merce invenduta o mettere il pane in tavola e mangiare». Se è vero infatti che per autonomi e titolari di partita IVA il Governo italiano ha previsto lo stanziamento del Bonus Covid-19, è altrettanto vero che in molti casi «600 euro non coprono nemmeno una mensilità d'affitto. Non avendo poi diritto ad altre misure di sostegno (per esempio il Bonus spesa), chi ha avuto la possibilità di mettere qualcosa da parte mangia altrimenti è in guai seri. C'è infatti da considerare l'azzeramento totale delle entrate, mentre per le uscite il discorso cambia drasticamente.
PAGAMENTI SOSPESI FINO A MAGGIO? ALLA RIAPERTURA CI RITROVEREMO CON TRE MESI DI BOLLETTE, CONTRIBUTI E AFFITTO DA CORRISPONDERE
Perché se è vero che hanno sospeso i pagamenti fino a maggio questo non significa che nel frattempo alla nostra riapertura non ci ritroveremo con 3 bollette di luce e gas, 1 trimestre di contributi e 3 mesi di affitto non pagati. Senza calcolare mutui e assegni già trattenuti e la merce rimasta invenduta. Quindi le uscite seppur rimandate peseranno come un macigno e a maggio ci si augura di guadagnare 1000 euro al giorno solo per far fronte alle spese arretrate». Bisognerà arrangiarsi, facendo i salti mortali per rialzare  le saracinesche. Scegliendo temerariamente di non gettare la spugna. «Si prevede che in vista dell'apertura dovremo sanificare i locali (altre esose spese a nostro carico). Il tutto al netto delle tantissime rimanenze e della necessità di applicare sconti notevoli anche alle nuove collezioni per provare a recuperare qualche margine. Quel che è certo è che bisognerà sedersi a tavolino e - calcolatrice alla mano - tirare le somme. Se non ci sono le condizioni il rischio reale è la chiusura».  
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.