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Ecodistretto in provincia di Cosenza, le ipotesi di Acri e Castrovillari

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Stasi: "Secondo me stiamo sbagliando percorso. Ci stiamo facendo commissariare volontariamente, anche se inconsapevolmente"

Castrovillari e Acri. Sono questi i due Comuni che hanno dato la disponibilità per la realizzazione dell’ecodistretto che riguarda la provincia di Cosenza. Per la città ai piedi del Pollino c’è già un indirizzo indicato a maggioranza durante il consiglio qualche mese fa. Diversa, invece, la situazione per quanto riguarda il centro amministrato da Pino Capalbo. «Come amministratori siamo chiamati ad assumerci delle responsabilità –ha dichiarato il sindaco di Acri nel corso dell’ultima riunione dell’Ato – ma sicuramente non possiamo farlo sottraendoci al confronto con chi vive nelle città che abbiamo il compito di guidare». E per questo il primo cittadino acrese ha chiesto ai tecnici e dirigenti regionali di verificare se l’area industriale (mai definitivamente decollata, ndr), sia compatibile con le caratteristiche progettuali prescritte dalla Regione Calabria. «Capisco bene che dobbiamo decidere nel più breve tempo possibile – ha aggiunto il sindaco – ma io mi riservo anche la possibilità di indire un referendum per sapere cosa ne pensano i cittadini se dal consiglio comunale non dovessi avere la maggioranza assoluta».
O SI SCEGLIE O SI COMMISSARIA
Marcello Manna e Vincenzo Granata, presidente e vice presidente Ato Cosenza, agli oltre 50 amministratori locali presenti all’ultima assemblea al ridotto del Teatro Rendano hanno riferito anche dell’ultimo incontro avuto con l’assessore regionale Angela Rizzo e gli altri presidenti provinciali di Ato. «Sono stati molto chiari – ha spiegato Manna – o ci decidiamo a individuare un luogo dove far sorgere l’ecodistretto e la discarica di scarto o a prendere le decisioni al posto nostro sarà un commissario». L’ombra di un “terzo incomodo” nell’individuazione del luogo adatto all’impianto di lavorazione e smaltimento dei rifiuti ha mandato fuori dai gangheri diversi sindaci. «Da Crotone sono pronti a diramare un’ordinanza in cui ci viene vietato di conferire nella loro discarica, le altre regionali sono quasi al collasso, spedire i rifiuti fuori non farebbe altro che aumentare la tariffazione per i cittadini – ha aggiunto il sindaco di Rende -. Non dobbiamo aspettare l’emergenza, siamo già in emergenza».
IL PROGETTISTA DELL’ECODISTRETTO
«La discarica è una tragedia, ma è indispensabile per il tutto il territorio in quanto ci sono porzioni di rifiuti che non possono essere riciclati». L’esordio di Francesco Martino, che con la Martino Srl si è aggiudicato la gara d’appalto per la progettazione dell’ecodistretto, non lascia margini di interpretazioni. «Quello che deve fare la discarica – aggiunge l’ingegnere – però va abbinato al lavoro che verrà realizzato all’interno della struttura in cui verranno trattati i rifiuti. Nel 2020 l’obiettivo è arrivare al 65% di raccolta differenziata su tutto il territorio provinciale. Queste percentuali ci permetteranno di arrivare dalle 270mila tonnellate di rifiuti trattati adesso a 175mila tonnellate. Numeri che sono destinati ad abbassarsi man mano che l’aumento di riciclo aumenterà». L’ingegnere ha poi illustrato nel dettaglio come dovrà funzionare l’impianto a regime, con l’individuazione ottica dei materiali da riciclare e l’impatto in termini non solo ambientali ma anche occupazionali. «Quando l’impianto lavorerà a pieno regime – ha spiegato Martino – solo l’8% di rifiuti sarà smaltito in discarica. Il resto totalmente riciclato e con una parte di umido verrà creato del biometano che permetterà non solo una riduzione nella tariffa della spazzatura ma anche in quella della Forsu».
LE REAZIONI DEI SINDACI
L’emergenza rifiuti potrebbe definitivamente esplodere a metà del mese di settembre. La possibilità nel corso della riunione dell’Ato è emersa più volte. E adesso la corsa contro il tempo per mettere a sistema quanto previsto nelle recenti norme regionali ed europee, in tema di rifiuti, preoccupa tutti i sindaci. Quelli del comprensorio della Valle dell’Esaro, il sindaco di Torano Castello e di San Marco Argentano (città che per criteri soddisfano la realizzazione dell’ecodistretto) hanno incrociato le braccia. «Senza rassicurazioni non andiamo avanti», hanno ripetuto. Il “no” all’ecodistretto è stato ribadito anche dal primo cittadino di Montalto Uffugo, Ugo Caracciolo. «Abbiamo già i nostri problemi relativi a Contrada Sant’Antonello – ha spiegato – l’unica area dove potrebbe sorgere è comunque molto abitata». Più critico sui lavori svolti fino a questo momento il neo sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi. «Secondo me stiamo sbagliando percorso. Ci stiamo facendo commissariare volontariamente, anche se inconsapevolmente. Dobbiamo prima creare una discussione su quello che è l’ambito territoriale perché se discarica è l’ennesima croce che deve prendersi un comune, non la vuole nessuno. Stiamo ripetendo gli stessi errori che in passato ha commesso la Regione. Una sola discarica per l’intera Ato di Cosenza non sarà sufficiente, è meglio esserne consapevoli di questo». Fonte: Corriere della Calabria
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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