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Covid, la nuova stretta punisce le piccole imprese ma la "movida" (forse) non c'entra nulla

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In queste ore lo stanno ripetendo più volte: "non si tratta di un nuovo lockdown". Di fatto, però, la stretta del Premier mette in ginocchio, probabilmente questa volta in modo definitivo, le piccole imprese, quelle che dalle nostre parti hanno messo in piedi perlopiù persone over40. Praticamente i giovani. Attività ristorative e palestre, su tutte, rischiano il tracollo definitivo perché se è vero che la chiusura anticipata alle 18, di fatto, non consente la vita sociale dall'altro si è fatta di tutta l'erba un fascio, trovando nella movida e nel fitness (in modo indiscriminato) il capro espiatorio di questa seconda ondata. È davvero così? Non lo sappiamo ma guardando ai numeri del contagio qualche dubbio arriva. Quest'estate, senza dubbio, ci siamo concessi licenze oltre il dovuto. Abbiamo registrato casi importanti. È vero. Ma gli stessi virologi ed epidemiologi confermano che la "bella vita" che abbiamo fatto quest'estate, da Nord a Sud e anche nel nostro territorio, non può avere alcuna connessione con la recrudescenza di casi delle ultime due settimane (oggi siamo arrivati addirittura a 21 casi in 24 ore!). E allora, cosa è successo? C'è un dato che in pochi mostrano (forse perché scomodo) ed è quello che trova genesi con l'inizio dell'anno scolastico e quindi con l'avvio della grande mobilità. Il grafico è chiarissimo, l'impennata è partita dai principi di ottobre. Nessuno vuole mettere nessuno sulla graticola. Ma è evidente che il trasporto pubblico collettivo e senza troppi accorgimenti ha dato una bella spinta al moltiplicarsi dei casi. Di fatto, nei mesi di programmazione (ne sono trascorsi sette dalla chiusura delle scuole) non si è pensato a potenziare le corse dei trasporti urbani ed extraurbani, soprattutto del trasporto su gomma. Almeno alle nostre latitudini (Pollino-Sibaritide) i ragazzi viaggiavano ammassati prima come le sardine e lo hanno fatto fino a ieri. Per fortuna dalle nostre parti non si è verificato (almeno per il momento) il cataclisma che si sta palesando in altre regioni d'Italia ma non abbiamo fatto nemmeno nulla per evitare che ciò potesse accadere. Le denunce di alcune mamme, sulle condizioni della mobilità sui mezzi pubblici, dai territori limitrofi per raggiungere i grandi centri, sono reali e sono rimaste inascoltate. Si potevano mettere in gioco tanti strumenti e non lo si è fatto. Ed oggi si mettono le briglie ai giovani che, è vero, sono il maggiore e più importante veicolo di contagio, ma è altrettanto vero che il legislatore non gli ha dato la possibilità di muoversi in un recinto sicuro e circoscritto. Pagano i giovani, dicevamo, e paga il loro "tempio sacro": la movida. Bar, lounge bar, ristoranti, pizzerie, palestre e persino il calcetto saranno off limits. Dalle 18, ovviamente, dal momento in cui i ragazzi chiudono i libri, finiscono le loro attività parascolastiche e si dedicano a loro svaghi. Tutto fermo e lo spritz tornerà ad essere virtuale, almeno fino al 24 novembre. Nel mentre però si mettono in ginocchio le categorie del fitness e dei ristoratori (alcuni di loro in queste ore hanno deciso persino di chiudere i battenti fino a data da destinarsi perché tenere aperto significherebbe comunque continuare a pagare le tasse) nessuno pensa alle categorie deboli a quelle più a rischio. Non guardiamo al quadro nazionale. Rimaniamo su quello locale. Chiudiamo i bar - benissimo - ma con i bar continuano a rimanere chiuse le tende del pre-triage dei nostri ospedali; il percorso covid dello spoke di Corigliano-Rossano non funziona (e non funzionerà chissà fino a quando); di tamponi non se ne possono fare perché non c'è personale e il nuovo laboratorio per processarli a Rossano è ancora chiuso. Insomma, una somma di cose che fanno paura al solo pensiero. E sembrano una beffa per chi, invece, è costretto a rispettare le regole imposte da chi  dovrebbe garantire diritti e servizi e non lo fa. E tutto questo avviene mentre i  nostri anziani sono abbandonati nelle loro case e nessuno si occupa se hanno il covid, se lo possono prendere o trasmettere o se per colpa del Covid possono pure morire. L'importante è fare la serrata e non far muovere i ragazzi. mar.lef.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.