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Il Coronavirus ha messo a nudo tutte le incongruenze dell'autonomia differenziata

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L’emergenza Coronavirus ha messo in luce la necessità di un Paese di ricorrere alla solidarietà nazionale, confermando che i principi di garanzia dei diritti civili sanciti dalla Costituzione Italiana, sono la bussola imprescindibile per la nostra nazione. Divisioni, federalismi e le stesse nuove autonomie differenziate, di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi, se fossero state applicate avrebbero determinato uno sconquasso ancora più profondo nell’attuale momento di crisi sanitaria. E lo avrebbero creato proprio in quelle regioni che dell’autonomia differenziata ne avevano fatto una bandiera. A fare una riflessione ampia su quello che è l’aspetto economico-sociale e sulla utilità di certe autonomie rispetto allo stato è il segretario del Partito democratico dell’Area Rossano, Giuseppe Tagliaferro. «Cosa sarebbe successo di peggio se le regioni, tanto più quelle del nord particolarmente colpite dal contagio del covid-19, fossero state già in regime di autonomia differenziata, soprattutto se spinta, come quella pretesa da Lombardia e Veneto?» La questione, oggi, è molto più sostanziale che politica, al netto di tutte le posizioni che a riguardo si possano avere. E le riflessioni, poste dal segretario cittadino del Pd sono tante:  «Come avrebbero potuto – dice - queste regioni (il riferimento è sempre a Lombardia e Veneto, anche se a queste andrebbe aggiunta anche la “rossa” Emilia Romagna che ha avanzato anch’essa pretese autonomiste) impegnare forze dell’ordine e militari per controllare il rispetto dei provvedimenti restrittivi sui propri territori, pena il diffondersi del virus. Come avrebbero potuto avere aiuti da Paesi stranieri, se le richieste e le disponibilità offerte non fossero provenute dallo Stato Italiano e in favore di esso. Così per le numerose assunzioni straordinarie di personale sanitario – precisa ancora Tagliaferro - effettuate dalla Protezione civile Nazionale. Gli ospedali da campo allestiti e il materiale sanitario fornito alle stesse regioni». Per non parlare dei fondi «messi a disposizione dal Governo nazionale» per sostenere imprese e famiglie, «finanziamenti – ribadisce l’esponente democrat - oggi tanto invocati, soprattutto dalle stesse regioni del nord. Quale regione del nord, nella sua più ampia pretesa di autonomia, avrebbe oggi al tempo del coronavirus potuto sopportare da sola il peso di ciò che sta accadendo, il costo di tali interventi e garantire i propri cittadini, se non fosse intervenuto lo Stato». Lo stesso Stato da cui si rivendica maggiore autonomia, anche fiscale e finanziaria, e che oggi ha  esercitato prerogative statuali e disposto risorse umane ed economiche in favore anche delle regioni del nord, proprio in virtù di quel principio solidaristico e di quella unità giuridica e finanziaria nazionale, che si vorrebbe negare e frantumare all’altare della propria autonomia regionale. «Ciò che sta accadendo – conclude Tagliaferro - dovrebbe indurre ad una seria riflessione sull’importanza di essere comunità e di sentirsi parte della stessa identità Statale, abbandonando ogni tentazione egoistica, tenendo sempre in debito conto il valore dell’unità del Paese, come fondata su principio solidaristico, perché anche ove le proprie risorse consentano di sentirsi forti ed autosufficienti in tempo di vacche grasse, la realtà dell’oggi ha dimostrato che basta un “virus” per precipitare ed avere bisogno dell’altro per sopravvivere». mar.lef.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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