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Comunità Progetto Sud in Europa per le buone pratiche

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L’associazione è attiva nella formazione al lavoro di giovani italiani e stranieri. Decisivo il rapporto con Glimer

LAMEZIA TERME La Comunità Progetto Sud è attiva in Europa con la formazione al lavoro di giovani italiani e stranieri, integrati nella logica del dialogo tra i popoli e nell’esperienza delle comunità accoglienti. A Lamezia Terme, con il programma Gli arnesi del Mestiere ha formato nei settori lavorativi specifici di panificazione, assistenza alla persona, ristorazione, alimentarista, elettricista e apicoltura. Dall´11 al 13 settembre 2019 la città di Glasgow (Scozia) è stata palcoscenico per il confronto dei ricercatori di Glimer (Governance and the Local Integration of Migrants and Europe’s Refugees) progetto finanziato congiuntamente da JPI Urban Europe e Horizon 2020 che riunisce ricercatori e professionisti di cinque Università Europee tra cui spicca l’Università della Calabria (Italia) rappresentata dai Docenti del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Anna Elia e Claudio Di Maio, a fianco dell´University of Glasgow (Gran Bretagna), la Malmö Universitet (Svezia), il Mediterranean Institut of Gender Studies (Cipro) e la capofila l’University of Edinburgh (Gran Bretagna). Al confronto tra le buone pratiche ha preso parte l´Associazione Comunità Progetto Sud, in qualità di stakeholder per la Regione Calabria, inserendosi sul tema con la relazione di Rosanna Liotti. «Abbiamo condiviso l’esperienza dei percorsi di formazione professionale Gli Arnesi del Mestiere, – dice- ideati e realizzati attraverso il supporto della Scuola del Sociale, struttura formativa dell’Associazione Comunità Progetto Sud, accreditata dalla Regione Calabria». Glimer si concentra su quattro aree di intervento: accoglienza e rigenerazione urbana, educazione e sviluppo delle competenze linguistiche, integrazione nel mercato del lavoro e formazione professionale, dinamiche di genere nell’accoglienza e nell’integrazione e si pone come obiettivo il comprendere come si stanno sviluppando la governance e l’integrazione locale dei migranti e dei rifugiati in Europa anche attraverso lo studio e la condivisione delle buone pratiche presenti in ognuno dei paesi coinvolti. Ispirata dal successo delle “città accoglienti” del Sud Italia, la ricerca intende lavorare con gruppi della società civile, autorità locali, cittadini e gruppi di rifugiati al fine di sostenere l’integrazione significativa delle diverse comunità. Nella tre giorni di Glasgow, l’attenzione è stata focalizzata sul tema del mercato del lavoro e della formazione professionale, esplorando l’accesso all’occupazione e all’acquisizione di competenze da parte dei migranti e dei rifugiati nei diversi contesti territoriali. «La nostra esperienza in Europa – dice ancora Rosanna Liotti- è stata oggetto di attenzione perché pur sviluppandosi in in un contesto territoriale difficile, sia per un altissimo tasso di disoccupazione che per una scarsa presenza di corsi professionali adeguati alle richieste del mercato del lavoro, con l´attivazione dei percorsi formativi, ideati per far acquisire competenze lavorative e conoscenze teoriche fondamentali per inserirsi in modo responsabile e consapevole nel mondo del lavoro regolare europeo, ha portato ad una rete virtuosa tra i soggetti alla ricerca di occupazione e le reali esigenze delle imprese». «Il lavoro svolto, grazie alla programmazione de Gli arnesi del Mestiere e alla Scuola del Sociale, – conclude la Liotti – ha trovato applicazione e successo e confronto costruttivo in Europa perché ha fatto leva sul dato reale di partenza con una indagine di mercato che ha consentito alla nostra realtà associativa e formativa, di incrociare domanda e offerta e avviare così 10 laboratori formativi professionalizzanti, un corso di formazione professionalizzante accreditato dalla Regione Calabria, in accordo con una pluralità di attori: allievi, aziende, ente di formazione, comunità di accoglienza, favorendo l’accrescimento di competenze imprenditoriali e l’aumento dell’occupabilità dei soggetti coinvolti, in settori lavorativi specifici: panificazione, assistenza alla persona, ristorazione (pizzeria), alimentarista, elettricista e apicoltura». Per avere maggiori informazioni sul Progetto Glimer si può visitare la pagina www.glimer.eu dal quale è possibile scaricare i report e le policies della ricerca. (FONTE 
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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