Il Castello Federiciano di Roseto Capo Spulico, un tempo, fu custode della Sacra Sindone
L’indagine storica, basata sugli archivi zaristi, conferma che, un tempo, nel “Castrum Petrae Roseti” fu custodito il telo della Sacra Sindone da Federico II
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Circondato da mura merlate, saldamente impiantato sulla scogliera, direttamente a picco sul mare, si erge una delle principali attrattive turistiche, non solo dell’alto Jonio Cosentino: il Castello di Roseto Capo Spulico. Un luogo unico, ricco di storia, facilmente riconoscibile grazie alla sua posizione, nel lontano XII secolo, segnava il confine tra i possedimenti di Roberto il Guiscardo e il fratello Ruggero II. Requisito poi da Federico II ai cavalieri templari, la bellezza dell’architettura dallo stile gotico, rubò il cuore del Duca di Svevia, riportandolo persino nel proprio testamento. Fu proprio con quest’ultimo che il manufatto entrò nel “Piano dei Castelli”. Il tempio federiciano che conserva ancora la rosa crociata, i petali di giglio, il cerchio di Salomone, lo stemma con grifone emblema del casato Svevo, nel XIII, per alcuni anni, custodì, così come attestano molte indagini storiche e archivi zaristi, il telo della Sacra Sindone. Non è una leggenda, ma le due torri hanno protetto, al loro interno, una storia meravigliosa, fino ai nostri giorni. Un borgo incantato, una meta che incanta: il Castello di Roseto Capo Spulico, è uno dei fari che distingue la Calabria nel mondo e oggi, ha un motivo in più per splendere ed essere amata.
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