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Cariati: verso elezioni, pesando i voti

3 minuti di lettura
di PASQUALE LOIACONO Nel sudario di conformismo e di menzogne che caratterizza la lunga e aspra campagna elettorale, già disegnata ma che deflagrerà in tutta la sua orrida magnificenza da qui a breve, sembra di assistere ai discorsi dei polli in batteria. Eppure dei polli, in realtà, non è più tempo: o si diventa ruspanti o si finisce in pentola, perché stiamo invecchiando vedendo cadere le foglie e ascoltando i soliti discorsi, inesorabili come il succedersi delle stagioni. C’è, da sempre, qualcuno che vuole rivedere la “macchina amministrativa”: e anche di recente si sono scoperti nuovi mali. Poi c’è quello che crede di essere Napoleone (quando peggiora si sente Giuseppina) e che promette di far funzionare la raccolta differenziata dei rifiuti. Allora, tutte queste sante alleanze fatte e disfatte, che frutti danno? Sempre gli stessi: la spremuta, anche della decenza, è assicurata. Sono questi signori che giuocano nottetempo ad abbozzare la Cariati che verrà, più che altro, dei “mediatori” esperti nell’arte del compromesso. Dei cattolici che hanno dimenticato presumibilmente il Vangelo: «Dite sì o no?», e loro rispondono: «Forse». Che si fa quando si va all’accattonaggio di consensi, di accordi o di voti? Si differisce, si rinvia, si procrastina, e ci si aggiorna. Ancora una volta, i socialisti di casa nostra dimostrano di essere i più svelti di tutta la compagnia. Non erano bravi solo quando si viveva, come dicono i nostalgici, “in un’epoca politica che non c’è più”; quell’epoca c’è ancora, e loro se la cavano benissimo, perché, semplicemente, aspettano le mosse e gli inevitabili errori degli altri. Suvvia, oltre a qualche socialista esaltato e nostalgico, ce ne sono molti onesti. Sono compagni che meritano rispetto: i loro tentativi di rianimare il garofano, reso esangue da un eccesso di concimazione, sembrano generosi. E se i voti non si contano, si pesano; ma per il momento si immaginano. In fondo, tutte le intese sono complicate, e se il lupo giacerà con l’agnello, è risaputo che la pecorella avrà problemi di insonnia. La domanda non è come andrà a finire ma come si potrà ricominciare. Una volta si cercava il quarto per una partita a carte, adesso per fondare un “movimento”. Sarebbe ora di stare un po’ fermi. Si moltiplicano i salvatori, quelli che hanno la ricetta buona, e i profeti: a loro basta essere pessimisti. Abbiamo vissuto giorni migliori: forse anche più difficili, ma più seri. I pagliacci si esibivano, secondo orario, nel circo. Ora è spettacolo continuato e i vecchi comici non incantano più la platea, anche se cercano di adeguarsi ai copioni e alle novità di stagione. Certo, dietro i proclami, gli appelli e le decimazioni ci sono tanti casi umani: che bisognerebbe anche cercare di capire, e magari rispettare. Personaggi che dalla giovinezza non hanno fatto altro che politica, conservano il forte e sincero spirito di servizio ‒ non ne dubitiamo ‒ ma anche quello di conservazione. Sono, in fondo, piccole tragedie, e ce n’è in giro almeno una decina. Veniamo alla cronaca. Intanto, proseguono senza soste gli incontri, bi o trilaterali, tra gruppi, associazioni e movimenti, tutti bendisposti ad amministrare in nome dell’interesse collettivo e forniti di ottimi programmi elettorali. Una digressione: ritorna alla memoria De Gaulle che, al cittadino che gridava: «Generale, morte ai coglioni», rispose con pacatezza: «Il suo programma è troppo ambizioso». Ecco una panoramica aggiornata, ancorché parziale ed effimera, sulle “trattative” in corso, tenendo presente che più che a un mercato del pesce sembra di essere alla fiera delle vanità e delle occasioni perdute. Naturalmente, la maggioranza che regge il parlamentino non si ricandiderà, mentre la cordata che sta nascendo attorno a “L’Alternativa” (di cui fanno parte 4 consiglieri comunali uscenti di minoranza) lavora per attrarre pezzi della società civile e ha già siglato un patto di ferro (ma il materiale potrebbe essere un altro) con il Movimento “Cariati Riparte”, il quale ha proposto la candidatura a sindaco di uno dei suoi promotori: Cataldo Santoro. Il Partito democratico sta sondando il terreno e ‒ crediamo ‒ abbia in serbo grosse novità che, per ora, non lascia trapelare. I socialisti, in perfetto stile “prima repubblica”, manovrano come l’opossum che si finge morto per scoraggiare il predatore e poi sferra l’attacco. Da non sottovalutare l’agguerrito gruppo de “Le Lampare”, un gruppo di ragazzi impegnati (gli unici, ad onor del vero) attivamente per la difesa dell’ambiente e su temi di qualità della vita. Poi ci sono i pensatori in libera uscita, gli squali che fagocitano e controllano sostanziosi pacchetti di voti, gli avvoltoi tibetani e gli opportunisti che fiutano sino all’ultimo il vento onde individuare il carro del probabile vincitore e salirvi a rotto di collo. Ecco come vanno le cose: segno evidente di una degenerazione morale, prima che teoretica, oltremodo indecente e irriverente nei confronti dei cittadini, le confuse persone che fanno “numero” solo nelle cabine elettorali. Ma consoliamoci: Abraham Lincoln diceva che si può ingannare una parte del popolo sempre, tutto il popolo per un certo periodo di tempo, ma non si può ingannare tutto il popolo sempre.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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