Era stato annunciato come uno scoglio sul quale sarebbe potuto naufragare l’amministrazione diretta dal sindaco di CariatiFilippo Sero; e invece, su quello scoglio, si sono infranti i sogni dell’opposizione che, in ordine sparso, ha abbandonato i lavori del consiglio convocato per approvare il rendiconto finanziario del 2013. Hanno avuto parole di fuoco i consiglieri di maggioranza ed il sindaco ha gridato al complotto contro l’amministrazione, ordito da qualche dirigente in combutta con membri dell’opposizione. Meticolosa e puntigliosa è stata la rassegna, da parte del primo cittadino, sulle inadempienze e i ritardi di alcuni uffici comunali e dirigenti, tesi soltanto a creare ostacoli artificiosi. Pare che perfino la diffida del Prefetto sia stata intempestiva e tale da indurre il sindaco a più di una riflessione, se informare dell’accaduto la competente magistratura ordinaria. Certo che l’amministrazione deve muoversi non solo sul terreno difficile della crisi finanziaria, che ne ha tarpato le ali e la fantasia, costringendola ai salti mortali per assicurare, alla meno peggio, i servizi fondamentali, ma anche su quello delle trappole tese, a quanto è dato sapere, da un ex assessore, del partito del sindaco, passato recentemente al Pd ed insignito da subito con i gradi di capogruppo. I rapporti stretti tra l’ex assessore, il dirigente dell’area finanziaria e le altre personalità fuori dal consiglio comunale, sarebbero la fonte dei tanti ritardi e delle tante imboscate incontrate dall’amministrazione nel suo cammino. Questo è quanto è possibile cogliere dalle cose dette e non dette, perché fino ad ora tutti mantengono le bocche cucite in attesa che, questa è l’impressione generale, scoppi la grana vera e propria. Il clima che si respira all’interno del palazzo comunale è greve, connotato da comportamenti che sembrano non rispondere agli indirizzi indicati dall’amministrazione, ma ai singoli dirigenti che disporrebbero della loro autonomia senza alcun controllo politico. È quanto si rimprovera da parte di settori della maggioranza all’esecutivo, in modo particolare al sindaco, colpevole di non prendere i dovuti provvedimenti contro chi rema contro, in nome e nel rispetto di una pretesa autonomia di funzione tra organi politici e organi amministrativi. Ora qualcuno va dicendo che la misura è colma e non c’è più spazio per rinviare provvedimenti in ogni caso tardivi. Non abbiamo la sfera di cristallo ma certamente qualcosa accadrà. Il consiglio ha fatto registrare anche l’intervento dell’ex capogruppo del Pd, Mario Sero, il quale ha anche rassegnato le sue dimissioni da consigliere. Già da tempo allontanatosi dall’attività di partito, il suo è sembrato più il canto del cigno, che l’intervento di un politico abituato alle grandi battaglie in consiglio comunale e fuori. Con delusione, ma anche con grande dignità, ha invitato tutti, maggioranza e minoranza, a impegnarsi per la soluzione dei problemi della cittadina, al di là dell’appartenenza politica, onorando il mandato ricevuto dagli elettori: una bella lezione di stile che riscatta lo scialbore di tanti consigli comunali.
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