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Area Urbana Corigliano-Rossano: Chirurgia e Ostetricia non vanno separate

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di ROSSELLA MOLINARI L'ospedale spoke come dovrebbe essere. Come si dovrebbe procedere alla riorganizzazione dei reparti per garantire efficienza e sicurezza agli utenti e agli operatori. Il piano redatto dal commissario straordinario Massimo Scura non piace ai “tecnici”, ovvero ai medici e agli infermieri. Che quotidianamente operano all'interno dei due stabilimenti ospedalieri e sanno bene come funziona. O meglio, come dovrebbe funzionare. Bando ai campanilismi, i camici bianchi si sono guardati attorno e hanno deciso di procedere da soli alla elaborazione di una proposta di riorganizzazione delle unità operative. Il principio è lo stesso utilizzato dal commissario Scura, ossia la divisione tra “polo chirurgico” e “polo medico” che, per i tecnici, diventano rispettivamente “Sede A” e “Sede B”. Non dicono loro quale dei due ospedali sia deputato a diventare A o B, questa scelta la lasciano a chi di competenza. Ma sono decisi sui requisiti. E, soprattutto, dicono a chiare lettere “no” alla separazione di Chirurgia e Ostetricia-Ginecologia, che non possono, a detta dei camici bianchi, essere allocate in due presidi ospedalieri diversi. Come si ricorderà, Scura, che aveva deciso di concentrare l'area chirurgica a Rossano e l'area medica a Corigliano, proprio in una intervista rilasciata all'Eco dello Jonio aveva annunciato che Ostetricia-Ginecologia sarebbe rimasta al “Guido Compagna”. Una scelta che non soddisfa gli operatori, se l'unità operativa dovesse essere separata dalla Chirurgia. Ecco, quindi, la proposta stilata da medici e infermieri (già sottoscritta da circa l'80% dei camici bianchi in servizio nello spoke Corigliano-Rossano). “Sede A-polo chirurgico” con: chirurgia, ostetricia e ginecologia, ortopedia, urologia, neonatologia (pediatria in B se personale sufficiente, altrimenti in A con neonatologia), due posti di osservazione post-operatorio, sezione di emotrasfusione h24, elisuperficie agevolmente fruibile per tempi e viabilità, laboratorio, servizio di radiologia con Tac, guardia attiva h24 (teleradiologia), anatomia patologica, pronto soccorso. "Sede B-polo medico”: medicina, lungo degenza e riabilitazione, nefrologia e dialisi, cardiologia Utic, oncologia, psichiatria, neurologia, oculistica (se Day Surgery altrimenti in A), otorinolaringoiatria (se Day Surgery), rianimazione, elisuperficie agevolmente fruibile per tempi e viabilità, laboratorio di risposta rapida, radiologia con Rnm (teleradiologia), pronto soccorso. Ad illustrare il documento elaborato con finalità squisitamente tecniche e organizzative, nei giorni scorsi, il dottor Mario Guarasci, primario di Chirurgia, insieme a Francesco Genova (infermiere) e Rocco Chiaro (anestesista), alla presenza del direttore sanitario Pierluigi Carino, del delegato del presidente della giunta regionale Oliverio Franco Pacenza, del sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci, dell'assessore comunale Raffaele Granata, del presidente del consiglio comunale ausonico Pasquale Magno, del segretario generale del Comune di Rossano Nicola Middonno, del sindacalista Cgil-medici Giuseppe Angelo Vulcano. Invitati ma assenti i vertici dell'Asp di Cosenza, ai quali passa ora la parola, con il documento che nel frattempo va al vaglio “politico”. I tecnici hanno fatto il loro, pensando a dare priorità al paziente e a garantire la dignità e la professionalità dell'essere medici. Il tutto nell'ottica di gestire l'esistente in attesa della realizzazione del nuovo ospedale, obiettivo questo “cui l'intera classe dirigente e politica, locale e regionale, deve tendere e che – si legge nel documento – in caso contrario, dovrebbe risponderne all'intera comunità del territorio assumendosene ogni responsabilità”. Nell'attesa, la riorganizzazione dello spoke deve essere “priva di ogni campanilismo” e avere “come obiettivo la sanità del territorio, in modo da garantire una migliore assistenza per gli utenti e una maggiore sicurezza degli operatori”. Si spera ora che la politica possa recepire e fare propri questi obiettivi, mettendo fine alle “ingerenze” e alle battaglie di campanile che non giovano a nessuno. LA NORMA CHE DICE BASTA AI TURNI NO-STOP Il 25 novembre è entrata in vigore la legge 161/2014 di attuazione della direttiva comunitaria 88/2003 sui turni di lavoro. L’articolo 14 abroga due precedenti norme italiane (dlgs 66/03 e legge 133/08) che escludevano il personale sanitario (quello in servizio nelle strutture pubbliche) dalla normativa Ue su orari e riposi del personale del servizio sanitario nazionale. L’Europa impone quindi massimo 48 ore di lavoro settimanale (reperibilità compresa), turni non superiori alle 13 ore e 11 ore di riposo continue da garantire a tutti. “Paletti”, questi, finora rispettati in pochi angoli d’Italia, con il ricorso (a volte anche eccessivo) allo straordinario che diveniva quasi una regola a queste latitudini al fine di garantire la copertura dei turni e sopperire, in qualche modo, alla atavica carenza di personale. Dal 25 novembre non si può più fare. E questo sta determinando il collasso del comparto negli ospedali di Corigliano e Rossano, mentre si attendono direttive dai vertici aziendali. E nel frattempo, si va avanti alla giornata, sperando di riuscire a “riempire” le varie caselle e ad assicurare la copertura dei turni, ricorrendo anche alla riduzione del personale per ciascuna turnazione. Facile immaginare il caos venutosi a creare all’interno di tutte le unità operative, con le postazioni di emergenza in cui i tempi di attesa dell’utenza si allungano sempre di più. Una situazione a cui va posto rimedio al più presto, magari con una deroga ai vari blocchi del turn over, se non si vorrà giungere al punto di dover drasticamente ridurre l’offerta sanitaria e chiudere servizi.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.