15 ore fa:L'Istituto Comprensivo Cariati vince gli "Anter Green Award". I complimenti dell'Amministrazione
14 ore fa:Sibari, completate le operazioni di sgombero nell'area dell'ex Chiesa di Sant'Eusebio
13 ore fa:Ponte sullo Stretto, Ferrara (M5s): «Contrari al finanziamento di un'opera non prioritaria»
16 ore fa:Ufficio Postale Mandatoriccio, installato il container provvisorio
14 ore fa:Rischio sismico, la faglia attiva nella Calabria del nord-est
16 ore fa:Il Servizio Civile Universale approda all’Unical
42 minuti fa:L’alberghiero “K. Wojtyla” di Castrovillari punta sui percorsi altamente formativi
12 ore fa:Corigliano-Rossano, arrestato un 36enne per spaccio di sostanze stupefacenti
15 ore fa:La Strada Statale 106 inserita nella rete UE infrastrutture. Esulta Sofo (FdI): «Missione compiuta»
13 ore fa:Criminalità a Cassano Jonio, Garofalo: «Non abbiamo bisogno di comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica»

Amministrative a Rossano, Graziano batti un colpo!

3 minuti di lettura
di LENIN MONTESANTO Se c’è, oggi più di ieri, un’unità di misura attendibile della profonda crisi politica in cui versa il Paese è quella della ricerca e della verifica dei risultati. Ed a 67 anni dall’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica se c’è un risultato purtroppo certo quanto pessimo, del quale non si può far finta di nulla, quanto meno per la sua diffusione trasversale ed intergenerazionale, è quello della sfiducia pressoché totale dell’elettorato rispetto alle proprie classi dirigenti. Nazionali e locali, condominiali incluse! Al di là della fotografia periodica dell’affluenza alle urne, il cui costante calo da solo dice già abbastanza, il vero campanello d’allarme resta un altro. Quello dell’insofferenza popolare, ormai incontenibile, ad almeno due indizi ciclici: 1) il troppo tempo che passa spesso tra l’elezione dei propri rappresentanti territoriali ed una prima verifica dell’efficacia del nuovo ruolo assunto e delle capacità personali dell’eletto; 2) la logorrea ed il presenzialismo mediatici su qualsiasi argomento, o viceversa il mutismo, in entrambi i casi, tuttavia, progressivamente sganciati – il vero dato è questo – dalle istanze e dalle esigenze reali del bacino elettorale di riferimento. Con queste premesse, al netto del gap tra percezione e realtà, il rischio di diventare presto impopolari, anche ingiustamente e nonostante elezioni trionfalistiche, non risparmia quasi nessuno. Va letto forse in questa cornice il vivace dibattito regionale, all’interno del Pd ma soprattutto in mezzo alla gente fuori nelle piazze, su questi ormai primi cinque mesi dalla vittoria quasi plebiscitaria di Mario Oliverio. Da una parte, lo stesso Oliverio aveva intuito e condiviso con l’opinione pubblica, molto tempo prima delle elezioni, la quasi ineluttabilità della sua passeggiata verso Palazzo Alemanni. Dall’altra, ad un protagonista come lui degli ultimi quarant’anni di storia regionale, non sarà sfuggito mai un attimo che ci si sarebbe comunque imbattuti, quand’anche armati di una forte dose di spirito di servizio, in una delle più complicate e difficili pagine politiche ed istituzionali della Calabria. E del resto, quella che sta giocando in queste settimane il Presidente della Giunta Regionale, sempre più convinto della necessità di dover stimolare una vera e propria rivoluzione nei metodi e nei contenuti, è una partita epocale. Non è soltanto, come pure in tanti si ostinano a ripetere, una guerrilla interna al Partito di Renzi, a correnti alternate. Così come non è soltanto il governo, in alcuni momenti percepito come impossibile, di quella che viene considerata la pesantissima eredità della giunta regionale di centrodestra. E non è neppure soltanto – c’è chi tenta di ricostruirla ogni giorno – la presunta fitta rete di accordi pre-elettorali che Oliverio oggi non riuscirebbe a tenere sotto controllo. Certamente, nel cocktail quotidiano del Governatore ci sono tutte queste ipoteche più – attenzione – quella mostruosa e peggiore delle altre, di un apparato burocratico sostanzialmente acefalo ed indomabile se non a calci (e che ben vengano!). Ma è la consapevolezza, che sicuramente c’è nel Presidente, di ritrovarsi all’ultima seria occasione di inversione di rotta per la Calabria, che spiega tante cose. Anche qualche ritardo. Anche qualche silenzio. Ed anche qualche apparente tentennamento su quando e su quale marcia ingranare. Il tempo tuttavia stringe. Il primo semestre di governo è alle porte. Dell’estate, tra l’altro. E con un carico di emergenze che preoccupano tutti e come mai prima. Ma il tempo delle verifiche e delle corrispondenze (non quelle di Baudelaire!), nell’epoca dei pensieri corti e delle disillusioni a Km0, stringe e scorre per tutti. Anche per i nuovi arrivati a Palazzo Campanella, come Giuseppe Graziano, divenuto l’unico, affidabile riferimento in consiglio regionale per un territorio vastissimo: la Sibaritide e il Pollino. Il primo fatidico semestre scatterà anche per il Generale e per quanti, in uno dei suoi bacini elettorali più importanti, l’area urbana Corigliano-Rossano, attendono risposte, segnali, indicazioni ed anche qualche presa di posizione più chiara. Netta. A partire, ovviamente, dal e sul quadro politico sempre più vivace e complicato che sta delineandosi nella Città del Codex, ad un anno dalle amministrative e con lo storico centrodestra locale ormai spaccato in due (il sindaco Giuseppe Antoniotti da una parte, Ernesto Rapani dall’altra). Ma anche e soprattutto alla luce di quanto prodottosi in questi ultimi anni, come conseguenza di una interminabile serie di errori e disattenzioni da parte di chi avrebbe dovuto e potuto rappresentare meglio la Città e tutto il territorio. Insomma, anche in questo caso, che sia di continuità o di rottura col passato, a Graziano così come ad Oliverio, dal basso si chiede di battere un colpo. E di farlo prima che gli umori e le sensazioni si trasformino in convinzioni.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.