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Olympic Rossanese, è scontro tra giocatori e ultras contro la società

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Si è aperta una voragine tra la società dell'Olympic Rossanese e la squadra che ha al suo fianco la tifoseria.

DI JOSEF PLATAROTA Giorni di passione per l'Olympic Rossanese. Quella che si sta concludendo è stata una settimana ricca di accuse reciproche e colpi di scena. Le scaramucce sono nate nella serata di mercoledì, quando erano iniziate a girare voci circa l’esclusione dalla rosa allenata da Mario Pascuzzo di quattro giocatori poi rivelatosi solo uno, cioè il capitano Vito Zangaro. Ad uscire allo scoperto è stato il presidente rossoblu Piero Acri tramite una nota su Facebook: «Visto il momento di confusione intorno alle vicende tecniche più che societarie rendo nota la decisione presa a malincuore dopo un confronto all'interno della società stessa. Con effetto immediato comunichiamo che il calciatore e capitano Vito Zangaro è stato messo ufficialmente fuori rosa e sospeso da ogni iniziativa ed attività societaria. Questo atto è apparso doveroso alla luce di quanto emerso nelle ultime settimane di allenamento. Il comportamento tenuto dallo stesso ha profondamente amareggiato la società. Si comunica altresì che nella giornata di oggi la squadra si è regolarmente allenata e che con la tifoseria è in atto un confronto civile e come sempre franco e rispettoso”. Di rimando il movimento ultras della Brigata Bizantina ha immediatamente contraddetto Acri diffondendo un comunicato ufficiale firmato dal direttivo: «La Brigata Bizantina '08 si dissocia in maniera netta e ferma dalle dichiarazioni del Presidente. Visto l'incontro avvenuto tra le parti e preso atto del suo ennesimo comportamento "strafottente, prepotente e distruttivo", ci dissociamo assolutamente da qualsiasi sua azione.  Visto che noi negli ultimi due mesi, insieme a tutta la città di Rossano, ci siamo presi carico di tutte le spese e parte dei rimborsi dei tesserati, vista la totale assenza della società, chiediamo con fermezza un passo indietro del presidente. Per permetterci con serenità di raggiungere il nostro sogno. Ribadiamo per l'ennesima volta che la Rossanese appartiene ai Rossanesi e non ad una singola persona». A porre fine a questo ricco tourbillion è stato il duro comunicato dei calciatori dell’Olympic: «A distanza di due mesi ci ritroviamo di nuovo a comunicarvi che la situazione economica è diventata ancora più insostenibile. In primis abbiamo il dovere di dire e sottolineare che la squadra tutta è riuscita ad andare avanti e raggiungere importanti risultati solo e soltanto grazie al sostegno della città di Rossano e alla vicinanza quotidiana della Brigata Bizantina, che con passione e caparbietà, si è fatta carico, da sola, delle spese dell’intera squadra, diventando, in questi mesi, unica nostra fonte di sostentamento. Dissociandoci dunque, per l’ennesima volta, dal Presidente, in quanto non ha mai mantenuto le innumerevoli promesse fatte e soprattutto non avendo mai fornito il sostegno adeguato, anche a livello morale. Sostegno imposto, dal 5 Agosto, dal ruolo da lui ricoperto volontariamente! Non solo. Avendo avuto sempre nei nostri confronti un atteggiamento prepotente e mai costruttivo, non giustificato dalla carica da lui ricoperta, perché prima di essere calciatori e tesserati, siamo uomini e padri di famiglia e perciò qualsiasi problematica o incomprensione va sempre affrontata con rispetto. Chiediamo, ancora una volta, al Presidente un passo indietro per permetterci di trascorrere questi due mesi in serenità. Vogliamo quindi che non vengano più fatti né pubblicati comunicati o interviste. Viste anche le ultime dichiarazioni, non abbiamo intenzione di accettare i suoi provvedimenti a carico di noi tesserati, né ora né mai, in quanto, una persona che non ha mai rispettato gli impegni presi non ha il diritto di parlare di noi, dei nostri nomi e delle nostre reputazioni. Vogliamo gestire noi o eventualmente tramite i nostri tifosi, gli incassi domenicali casalinghi, perché lo stadio pieno è solo e soltanto frutto dei nostri sacrifici e dei nostri sudori che quotidianamente buttiamo in campo. Vogliamo, per ultimo, che il Presidente non presenzi più in panchina durante le gare, poiché per noi il campo e gli spogliatoi sono un luogo sacro, dove condividere passione, rispetto e serietà, tutti valori che ormai non riscontriamo nel nostro Presidente. Restiamo con la speranza che queste parole tocchino l’umanità del Presidente e vengano accolte dal suo cuore, perché a parlare e a scrivere sono solo 20 ragazzi che amano quello che fanno e che soprattutto non vogliono svegliarsi, insieme alla Città, da questo sogno!».                
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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